domenica 3 novembre 2013

La casa sul ramo più alto fu distrutta da un soffio di maturità.
Ciò che rimase furono i freddi chiodi sulla corteccia, traditori, e il vuoto delle finestre da cui guardavo la montagna di pietra in fiamme.
Tutto il tangibile è cenere, mentre le pause tra un profumo e un altro adesso sono vivide nel pensiero e assurdamente ingombranti.

Adesso l'odore della benzina mi nausea mentre ricordo l'eco di una vacanza al mare.
All'epoca aspettavo la spia gialla durante il percorso che conduceva dalla città fino ai miei scogli.

Pioveva, e il sordo tuonare del cielo mise in fuga i miei incubi.
Sulla montagna di pietra divampava il disastro, poco più in basso le nuvole dissetavano il bosco malvagio.
Io guardavo dalla mia finestra sull'albero, e immaginavo quanto potesse essere difficile essere solo con la propria vita tra le mani.

1 commento:

  1. Una buona riflessione. Bravo, se questa storia avrà un seguito la leggerò con piacere ;)

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