venerdì 29 gennaio 2010

puntasecca artigianale


Ricordo la stretta che infertami in cuore
nel giorno in cui frivolo e sciocco mi feci
a dimenticare il sentiero dannato
perduto in un cumulo tetro di ore.

ricordo i miei occhi appannati a dispetto
seguir la vita che mai m'ha incontrato
rischiar di colpir e investire 'l mio cuore
a un lato scostarmi con gesto d'affetto.

all'ombra di un giorno leggero io muoio

la pietra m'alberga in un corpo di fumo

Temete il mio viso, non trovo rimorso

Nell'acido sciolgo gli ormai cupi sensi.

martedì 26 gennaio 2010


lunedì 25 gennaio 2010

an Enrico Pitzianti's image



enricopitzianti.blogspot.com

Riaffiora lesto il lieto pensiero degli amari giorni d'infanzia
passati sul rasoio dell'età che ti insegue
verso una libertà che sa di vuoti alibi creati a misura d'uomo.


Sovviene il correre affrettato verso casa, del giorno in cui il futuro è l'ultimo dei pensieri,
mentre tornando da scuola procedi sicuro e tuttavia incerto,
lieto di abbracciare tua madre senza provar vergogna.

domenica 24 gennaio 2010

Vengo a prenderti prima che faccia buio, per il piacere di sfuggire alla notte. Vedi, non serve essere eroi.. qui non sono altro che fantasmi, desidèri di ciò che non sei e non potresti sopportare di essere. Il codardo sa avere ciò che vuole, non ha paura di prendere..un vigliacco esiste. l'eroe non è altro che un alibi creato dai vigliacchi per sentirsi meno miserevoli.. l'eroe... gli eroi muoiono, lo sapevi? gli eroi sono i primi a morire. Ogni eroe ha paura, solo che non ha altra scelta se non quella di essere costretto ad affrontarla.
Gesù Cristo aveva 33 anni quando si ritrovò a pregare veramente per la prima volta. O almeno questo è quello che mi piace credere. E non ti sembra plausibile? o addirittura probabile?
Io sto venendo a prenderti, e non aspetterò che il cielo imbrunisca.


Spero di non avere paura durante il tragitto, spero.. di non dovermi sentire un eroe..






RYUNOSUKE AKUTAGAWA






«Ho tentato diverse volte il suicidio. Un giorno ho ingoiato dieci mosche per morire in un modo del tutto naturale. Non è difficile trangugiare mosche sminuzzate. Ma masticarle è disgustoso».




«Anche la mano che reggeva la penna gli tremava. E incominciava a colargli saliva dalla bocca. Da quando aveva ingerito Veronal 0,8 la sua mente era sprofondata nel torpore: aveva riacquistato lucidità soltanto al risveglio. Per non più di un'ora. Viveva ormai come una cicala nell'oscurità. Appoggiandosi come a un bastone a una sottile spada dalla lama spezzata»