domenica 14 ottobre 2012

la maniglia e le scarpe


Tra la vista di una porta e l'afferrare della maniglia mi si aprì un solco in faccia, che mi lasciò interdetto a metà di quel gesto.
Ogni certezza più antica di quell'attimo mi parve un racconto udito, che diede spazio a nuove illusioni. Senza aprire quella porta mi trovai sperso , in mezzo alla città tuonante di vuoto.
A quel punto non sentii più freddo nella mano e, voltandomi, scorsi un cinema, una vecchia sala di proiezione ormai chiusa.
Tentai un passo in sua direzione per tentare di vedere il programma, ma non c'erano film da vedere, nessuno in biglietteria. Erano appesi i poster di vecchi grandi successi, attori noti mai conosciuti, luoghi immaginari esistiti davvero.
Non ebbi più voglia di entrare, in quella grotta così familiare.
Avevo un senso di vuoto che non so come mi evidenziò la mancanza, evidente, delle mie scarpe.
Avevo i piedi bagnati del mio sangue, colato da cicatrici ormai chiuse.
Mi sono spaventato, vi dico la verità, non avevo idea di cosa dovessi fare.
Però pensai che prima o poi avrei ritrovato le mie scarpe, strada facendo. 
Vidi un'anziano attraversare di fronte a me e controllai se aveva le scarpe ai piedi. Le aveva! a poco a poco che i miei occhi si asciugavano intravedevo sempre più persone, anziani, spettri o bambini, ognuno con le sue scarpe, alcuni le avevano bucate, altre lucide come nuove..
Desiderai tornare sui miei passi per cercare le mie, ma mi resi conto che oramai avevo perduto la strada.
Mi voltai ancora una volta, in una direzione che non era né avanti né indietro, o destra, sinistra.. 
Non andai mai più in quel vecchio cinema, ma conservai lo stesso tutti i biglietti degli spettacoli che avevo visto da bambino.