mercoledì 18 aprile 2012

Mentre pensavo all'ansia, occupato com'ero da una vita infinita, scrutai l'orizzonte.

Il tumulto di una tempesta lontana, sordo e profondo. 
Un rullo di tamburi simile al battito del proprio cuore sott'acqua.

"Si avvicina la pioggia", mi dissi.
Ma era il rumore della mia vita che passava, alla quale non degnai che un battito.

domenica 15 aprile 2012

attesa (prima versione)

Esisto tra le persone, in una dimensione che sta tra ciò che voglio e ciò che vorrei. Ormai familiare, la sensazione del vuoto, il silenzio che precede un boato tremendo, muto, pervade l'aria che respiro e ciò che ne definisce i confini. Come camminare a occhi chiusi, lentamente, aspettando la fine del terreno, l'abisso, o il volo.

sabato 14 aprile 2012

preghiera di un uomo deluso da Satana

Ti ho cercato nelle notti insonni,
nelle mie sconfitte e nelle vittorie altrui.
Ho ascoltato i tuoi consigli,
ho respirato il tuo soffio magico.
Ho avuto fiducia tante volte,
ma ho sperato di non incontrarti mai.
Ho preteso delle risposte,
ho accumulato domande,
ti ho odiato,
ho sperato che esistessi
e, terrorizzato, ci ho creduto.
Ora fingo di non averti,
di non essere tuo,
di servire l'opposto, presuntuoso.
Vivo di irrisolto,
esisto per puro caso.
E tu mi hai abbandonato come quell'altro,
come il nostro dio.

venerdì 13 aprile 2012

Al primo addio una luce si spense
rimase un rumore vuoto, debordante.
Fu la prima volta. Non l'unica, non l'ultima.
Sentii il veleno dipanarsi nel mio essere
contaminare ogni cosa, il mio cuore.
Non era il saluto di un amore, non quello di un caro.
Credo che fu l'abbandono di un bambino, io stesso,
la messa in moto di un macchinario governato dal mondo
di cui sono unico passeggero, il solo che possa viaggiarci.

lunedì 9 aprile 2012

Riflessione non oggettiva sul vivere nel mondo

- L'automobilista

il sole oltrepassò il paraluce
illuminando gli occhi in tempesta
il fiato irregolare, un respiro interrompeva l'altro.
Non c'era altro che le proprie mani sul volante,
e la polvere sul suo cervello.
Immerso nella felicità, trasudava cenere.
Il gatto riposava accanto al marciapiede, beato lui
Ad ogni chilometro si augurava di andare presto a fargli compagnia.


- Il gatto morto

A bordo strada, privo di vita, presente.
Il rumore dei motori negli occhi,
le membra adagiate, scomposte
niente ormai funziona più.
Vede l'essere umano arrampicarsi sui propri impegni.
E' parte del loro mondo, così estraneo ad esso.
Lui è già morto, povero gatto,
ma aspetta il giorno in cui dai suoi occhi usciranno vermi,
nella sua pancia regneranno le larve.

- L'immondo

La mia esistenza non la capisco.
Non voglio capirla.
Non osservo, io ho fame.
Non mi interessa del perchè delle cose, io sono nato per esistere
forse sono l'essere più saggio del mondo, anzi è così.
La mia vita ha un senso quando la vostra inizia a non averne.
Ora vivo in un gatto.
E' morta quella bestia, e io ho messo su famiglia
all'ombra della sua pancia.