lunedì 9 aprile 2012

Riflessione non oggettiva sul vivere nel mondo

- L'automobilista

il sole oltrepassò il paraluce
illuminando gli occhi in tempesta
il fiato irregolare, un respiro interrompeva l'altro.
Non c'era altro che le proprie mani sul volante,
e la polvere sul suo cervello.
Immerso nella felicità, trasudava cenere.
Il gatto riposava accanto al marciapiede, beato lui
Ad ogni chilometro si augurava di andare presto a fargli compagnia.


- Il gatto morto

A bordo strada, privo di vita, presente.
Il rumore dei motori negli occhi,
le membra adagiate, scomposte
niente ormai funziona più.
Vede l'essere umano arrampicarsi sui propri impegni.
E' parte del loro mondo, così estraneo ad esso.
Lui è già morto, povero gatto,
ma aspetta il giorno in cui dai suoi occhi usciranno vermi,
nella sua pancia regneranno le larve.

- L'immondo

La mia esistenza non la capisco.
Non voglio capirla.
Non osservo, io ho fame.
Non mi interessa del perchè delle cose, io sono nato per esistere
forse sono l'essere più saggio del mondo, anzi è così.
La mia vita ha un senso quando la vostra inizia a non averne.
Ora vivo in un gatto.
E' morta quella bestia, e io ho messo su famiglia
all'ombra della sua pancia.

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