mercoledì 5 dicembre 2012

diario natalizio


Intorno all'albero si riunivano i piccoli sogni che mi vergognavo di avere.
Avevo il viso colorato di splendida e ingenua magia, mentre guardavo i pacchi che nonostante tutto continuavano ad esserci. Un bambino non realizza perché è impegnato a desiderare. 
Ho sentito i rumori oltre i suoni e gli odori sotto i profumi. Gli spot dei giocattoli, il pomodoro sul pane e le frasi sottili. In un angolo nascosto germogliava il me di oggi.
Ho letto di avventure, topi, gatti e gabbianelle orfane, fui il sovrano di un regno sotterraneo. 
Mia madre mi insegnò l'importanza di un bel momento, come un gelato tra il nulla del quotidiano.
Con mio padre andai a pescare, io non presi nulla, lui mi dedicò tutta la serata. Avevo un cappello verde militare e il suo profilo.
Elena, Carla, compagne di viaggio su altre scialuppe. Viaggiammo a vista dalle rapide al Grande Fiume, insieme.
Continuo a remare.

venerdì 9 novembre 2012

lento vibrare

Il suono dell'impatto di una goccia d'acqua caduta 
moltiplicato da trenta silenzi di trenta cattedrali inabitate

un'eco innaturale che non allevia il rumore ma lo amplifica
finché un boato farà crollare le volte, oltre le quali il cielo ti aspetta

ma un insetto mi ronza attorno mentre scrivo, 
i nervi mi saltano, il momento passa.
Preda della mia ira, schiavo dell'ansia,
anche un ronzio mi distoglie dalla vita che mi passa avanti.

domenica 14 ottobre 2012

la maniglia e le scarpe


Tra la vista di una porta e l'afferrare della maniglia mi si aprì un solco in faccia, che mi lasciò interdetto a metà di quel gesto.
Ogni certezza più antica di quell'attimo mi parve un racconto udito, che diede spazio a nuove illusioni. Senza aprire quella porta mi trovai sperso , in mezzo alla città tuonante di vuoto.
A quel punto non sentii più freddo nella mano e, voltandomi, scorsi un cinema, una vecchia sala di proiezione ormai chiusa.
Tentai un passo in sua direzione per tentare di vedere il programma, ma non c'erano film da vedere, nessuno in biglietteria. Erano appesi i poster di vecchi grandi successi, attori noti mai conosciuti, luoghi immaginari esistiti davvero.
Non ebbi più voglia di entrare, in quella grotta così familiare.
Avevo un senso di vuoto che non so come mi evidenziò la mancanza, evidente, delle mie scarpe.
Avevo i piedi bagnati del mio sangue, colato da cicatrici ormai chiuse.
Mi sono spaventato, vi dico la verità, non avevo idea di cosa dovessi fare.
Però pensai che prima o poi avrei ritrovato le mie scarpe, strada facendo. 
Vidi un'anziano attraversare di fronte a me e controllai se aveva le scarpe ai piedi. Le aveva! a poco a poco che i miei occhi si asciugavano intravedevo sempre più persone, anziani, spettri o bambini, ognuno con le sue scarpe, alcuni le avevano bucate, altre lucide come nuove..
Desiderai tornare sui miei passi per cercare le mie, ma mi resi conto che oramai avevo perduto la strada.
Mi voltai ancora una volta, in una direzione che non era né avanti né indietro, o destra, sinistra.. 
Non andai mai più in quel vecchio cinema, ma conservai lo stesso tutti i biglietti degli spettacoli che avevo visto da bambino.

sabato 23 giugno 2012

Amico, questa vita non è la tua. In preda all'accettazione di una vita opprimente Ti trovi al principio di un lungo imbrunire, Al quale la tua necessità non sa arrendersi. Non lasciare che qualcuno o te stesso chiudiate il rubinetto Non permettere al tuo affetto di prendere il sopravvento.

domenica 10 giugno 2012

Vedo ogni giorno i corpi appesantirsi, gli sguardi e i desideri appannarsi. Mentre la rotazione terrestre prosegue inalterata, le vite sulla terra si susseguono, miracolose, insignificanti. Nascite e morti, amori, amicizie, rancori sommersi e indifferenze pigre, tutto amalgamato nella stessa umanità. Quanto dolore sapere che un signor qualunque altro mi vede come io vedo lui, che sofferenza aver la certezza di non essere nulla piu di chi guardi con diffidenza, disprezzo o compassione. Che delusione,capire.

domenica 3 giugno 2012

Sospeso Certo di un'insicurezza Ma senza domande Deciso a ritrovare la strada di casa Percorrendo sentieri mai conosciuti. Il viaggio inizia così da un punto a caso nell'universo Senza direzioni Col vento forte Che soffia da dentro

venerdì 25 maggio 2012

Quanti sogni sbiaditi esistono nel mondo? Desideri inespressi che mai hanno visto la luce, vite mancate. Sfumature lievi di stati d'animo mai sfociati in felicità.
Cosa ci spinge a continuare, a voler vivere? E' una ricerca continua di qualcosa che non ci eleva, al contrario.. perchè sprecare energie limitate come le nostre?
Il tempo, eterno e onnipresente eppure così raro, un giorno si vendicherà con noi per questo spreco che facciamo di lui?

mercoledì 18 aprile 2012

Mentre pensavo all'ansia, occupato com'ero da una vita infinita, scrutai l'orizzonte.

Il tumulto di una tempesta lontana, sordo e profondo. 
Un rullo di tamburi simile al battito del proprio cuore sott'acqua.

"Si avvicina la pioggia", mi dissi.
Ma era il rumore della mia vita che passava, alla quale non degnai che un battito.

domenica 15 aprile 2012

attesa (prima versione)

Esisto tra le persone, in una dimensione che sta tra ciò che voglio e ciò che vorrei. Ormai familiare, la sensazione del vuoto, il silenzio che precede un boato tremendo, muto, pervade l'aria che respiro e ciò che ne definisce i confini. Come camminare a occhi chiusi, lentamente, aspettando la fine del terreno, l'abisso, o il volo.

sabato 14 aprile 2012

preghiera di un uomo deluso da Satana

Ti ho cercato nelle notti insonni,
nelle mie sconfitte e nelle vittorie altrui.
Ho ascoltato i tuoi consigli,
ho respirato il tuo soffio magico.
Ho avuto fiducia tante volte,
ma ho sperato di non incontrarti mai.
Ho preteso delle risposte,
ho accumulato domande,
ti ho odiato,
ho sperato che esistessi
e, terrorizzato, ci ho creduto.
Ora fingo di non averti,
di non essere tuo,
di servire l'opposto, presuntuoso.
Vivo di irrisolto,
esisto per puro caso.
E tu mi hai abbandonato come quell'altro,
come il nostro dio.

venerdì 13 aprile 2012

Al primo addio una luce si spense
rimase un rumore vuoto, debordante.
Fu la prima volta. Non l'unica, non l'ultima.
Sentii il veleno dipanarsi nel mio essere
contaminare ogni cosa, il mio cuore.
Non era il saluto di un amore, non quello di un caro.
Credo che fu l'abbandono di un bambino, io stesso,
la messa in moto di un macchinario governato dal mondo
di cui sono unico passeggero, il solo che possa viaggiarci.

lunedì 9 aprile 2012

Riflessione non oggettiva sul vivere nel mondo

- L'automobilista

il sole oltrepassò il paraluce
illuminando gli occhi in tempesta
il fiato irregolare, un respiro interrompeva l'altro.
Non c'era altro che le proprie mani sul volante,
e la polvere sul suo cervello.
Immerso nella felicità, trasudava cenere.
Il gatto riposava accanto al marciapiede, beato lui
Ad ogni chilometro si augurava di andare presto a fargli compagnia.


- Il gatto morto

A bordo strada, privo di vita, presente.
Il rumore dei motori negli occhi,
le membra adagiate, scomposte
niente ormai funziona più.
Vede l'essere umano arrampicarsi sui propri impegni.
E' parte del loro mondo, così estraneo ad esso.
Lui è già morto, povero gatto,
ma aspetta il giorno in cui dai suoi occhi usciranno vermi,
nella sua pancia regneranno le larve.

- L'immondo

La mia esistenza non la capisco.
Non voglio capirla.
Non osservo, io ho fame.
Non mi interessa del perchè delle cose, io sono nato per esistere
forse sono l'essere più saggio del mondo, anzi è così.
La mia vita ha un senso quando la vostra inizia a non averne.
Ora vivo in un gatto.
E' morta quella bestia, e io ho messo su famiglia
all'ombra della sua pancia.

sabato 4 febbraio 2012

merda di gabbiano

Mordo il mondo e mi riscaldo del suo caldo sapore.

Ma era solo il mio labbro.

Ora chi sono?

Ringrazio per la chance, ma sarebbe stato interessante provare ad essere un gabbiano e volare.

In fin dei conti, chi sono?

Un uomo affrettato sotto il cielo.